ECOFEMMINISMO: UN’IDEA CHE PUÒ CAMBIARE IL MONDO

Il termine “écoféminisme” è stato utilizzato per la prima volta nel 1974 dall’attivista francese Françoise d’Eaubonne nel saggio “Le féminisme ou la mort”. L’obiettivo del movimento ecofemminista è quello di trovare un punto di incontro tra la tutela dei diritti delle donne e la protezione dell’ambiente.

IL QUADRO ATTUALE: DISEGUAGLIANZE E CRISI CLIMATICA

Le diseguaglianze di genere sono ancora radicate nel tessuto economico e sociale, specialmente nel mercato del lavoro. Le donne continuano ad essere sovra-rappresentate nei settori meno retribuiti e sottorappresentate man mano che si sale nei livelli decisionali più elevati. Inoltre, la comunità scientifica è ormai unanime nell’indicare le attività umane quali responsabili della crisi climatica, in particolare a causa dell’aumento dei gas serra immessi nell’atmosfera. A livello globale, a conferma della rilevanza di queste problematiche, l’ONU ha adottato all’unanimità l’AGENDA 2030 per lo sviluppo sostenibile che pone tra i suoi obiettivi primari il raggiungimento dell’uguaglianza di genere e la lotta contro il cambiamento climatico.

PERCHÈ LE IDEE ECOFEMMINISTE SONO COSÌ ATTUALI?

L’ecofemminismo è rivoluzionario perché mette insieme elementi del movimento femminista e del movimento green, ponendo delle sfide su entrambi i fronti. Da un lato, tende ad eliminare i pregiudizi di genere, dall’altro lato vuole valorizzare la tutela degli ecosistemi. Si supera così il limite dei movimenti femministi e dei movimenti ambientalisti “tradizionali” che non colgono la profonda connessione che esiste tra la dimensione femminile e quella ecologica. Secondo il movimento ecofemminista, la struttura patriarcale della nostra società ha favorito l’affermazione di una logica basata sul dominio maschile e sulla prevaricazione. Il capitalismo ha poi accentuato la differenza tra il lavoro produttivo ed il lavoro riproduttivo. Il primo, affidato all’uomo, è l’unico che viene riconosciuto e che può essere retribuito. Il lavoro riproduttivo e di cura dei familiari, affidato alle donne, non è invece degno di remunerazione. Ciò ha generato una continua svalutazione del ruolo della donna accrescendo notevolmente le diseguaglianze di genere. Dal punto di vista ambientale, la stessa logica di dominio ha portato ad uno sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali a discapito dei territori e degli ecosistemi. Il sistema capitalistico-patriarcale ha colpito allo stesso modo le donne e il pianeta. In questo scenario, l’ecofemminismo costituisce una proposta anti-sessista ed anti-elitaria orientata al cambiamento delle attuali relazioni di dominazione, verso la creazione di una società più equa e inclusiva, ma anche più attenta alla cura del pianeta.

NON ESISTE UGUAGLIANZA SENZA ECOLOGIA (e viceversa)

Solène Ducrétot, giornalista e attivista, nell’articolo “Ecofemminismo: Lottiamo per un mondo in cui le donne non siano più vittime, ma protagoniste del cambiamento”, chiede ai lettori:

  • Che senso ha lottare per l’uguaglianza tra donne e uomini, se nessuno dei due può vivere su questo Pianeta?
  • Viceversa, che senso ha lottare per salvare il pianeta se si tratta di mettere da parte metà della popolazione?

Il meccanismo patriarcale e piramidale deve essere sostituito con uno schema circolare, dove ognuno ha il suo posto nella società e nel pianeta.

Prof.ssa Concetta Parrinello, Dott.ssa Barbara Bombaci, Dott.ssa Susanna Cappuccio, Dott. Michele Crisafulli, Dott.ssa Laura Natalia Anna Testa